ADERISCI AD ALTERNATIVA LIBERTARIA/FdCA

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O SCEGLI NOI O SCEGLI LORO

campagna contro la contenzione meccanica

per giulio

per giulio

lunedì 24 ottobre 2011

RACCONTI D'AUTUNNO 2011

RACCONTI D'AUTUNNO 2011
teatro civile
spettacoli ore 20.45



Venerdì 28 ottobre
UN CHILO DI SALE
di come si arrivò alla Liberazione in Vallata e nel Quartier del Piave
di e con Paolo Donolato


Venerdì 11 novembre
STORIE MIGRANTI
lettura scenica
PROGETTO BARATTO CULTURALE
con Carlo De Poi, Stefania Mazzocut, Paola Perin, Guglielmo Scarabel.


Venerdì 25 novembre
GIRONE RADIOATTIVO
il disastro nucleare di Chernobyl
di Michele Gregori ed Elisa Geremia
NOTEATRO
con MIchele Gregory


Si consiglia la prenotazione - Ingresso € 7.00.

In collaborazione con: A.N.P.I. Vittorio Veneto, Ass. I Fiori della vita, Ass. Manding, Ass. Palafenderl, Ass. Sintesi e Cultura, Balcan Espress, Comitato 19 marzo 1848, I.S.R.E.V., Mondo in Cammino Veneto, Progetto Baratto Culturale.

INFO E PRENOTAZIONI:
Consulta Culturale Vittoriese, Via del Meril 13,
VITTORIO VENETO (TV), tel e fax: 0438-555274, consultavv@libero.it, www.parcofenderl.it,.

Collettivo di Ricerca Teatrale, Via Savassa Bassa 62,
VITTORIO VENETO (TV), c-r-t@libero.it.




UN CHILO DI SALE
di come si arrivò alla Liberazione in Vallata e nel Quartier del Piave di e con Paolo Donolato
Ettore Benelli, baritono mancato, attraversa gli anni tempestosi nei quali si snodano le vicende dell'occupazione nazista e
della dittatura fascista, della Resistenza e dell'epilogo della II guerramondiale.
Ettore è uno dei pochi personaggi immaginari, assieme alla giovane staffetta Toti, all'imberbe ma indurito partigiano Fàier e a pochissimi altri, che funge da espediente narrativo in una storia in cui i numerosi protagonisti reali fanno riemergere loro voci e le loro azioni da vicende le cui realtà storiche troppo spesso vengono arbitrariamente rivisitate,spesso stravolte, oltrepassando disinvoltamente il confine della menzogna.


STORIE MIGRANTI
lettura scenica
PROGETTO BARATTO CULTURALE
con Carlo De Poi, Stefania Mazzocut, Paola Perin, Guglielmo Scarabel.
Ci siamo incontrati nell'autunno-inverno 2009-2010, all'incirca una volta al mese, un piccolo gruppo.
Un piccolo gruppo, perchè in quegli incontri si tentava di conoscere, di capire un po' di più; per rispetto verso chi raccontava, di fatiche, di sofferenze, di drammi.
Qualcuno cominciava a raccontare... storie di emigrazione dal Senegal, dall'Equador, dal Burundi, dal Cile, dai Paesi Balcanici.
Abbiamo pensato fosse importante che quei racconti non restassero un patrimonio delle sole persone che avevano avuto il privilegio di essere là in quelle notti d'inverno.
Abbiamo preso quei testi, li abbiamo tagliati, smontati, rimontati...
Ne sono uscite queste Storie Migranti.


GIRONE RADIOATTIVO
il disastro nucleare di Chernobyl di Michele Gregori ed Elisa Geremia
NOTEATRO con MIchele Gregory
"Quando un disastro spezza la trama che tiene in piedi una cultura possono accadere molte cose".
Dal suo personale "Girone Radioattivo", un piccolo villaggio nel sud della BieloRussia, ai confini con la cosiddetta "Zona di Esclusione", Aleksandr Babkin, un ex "liquidatore" di Chernobyl, narra gli eventi di quel 1986 che gli hanno cambiato la vita per sempre, e cerca di spiegare - e spiegarsi - le ragioni per cui molte persone come lui sono rimaste a vivere nelle
zone tuttora contaminate... Aleksandr Babkin si accompagna in un viaggio tra immaginazione e quotidianità, nell'Unione
Sovietica del 1986 che dialoga con la Russia di Dostoevskji e di Gogol, e che infine ci riporta al presente, alla drammatica attualità e alle riflessioni che le scelte sulla politica energetica ci obbligano a fare.


IL RACCONTO DEL PARCO
di Carlo De Poi
Collettivo di Ricerca Teatrale
"Tutti i giorni, finita la scuola, i bambini andavano a giocare nel giardino del gigante. Era un giardino grande e bello coperto di tenera erbetta verde. Qua e là sull'erbetta, spiccavano fiori simili a stelle...
Un giorno il gigante ritornò. Era stato a far visita al suo amico, il mago di Cornovaglia, e la sua visita era durata 7 anni...
Al suo arrivo vide i bambini che giocavano nel giardino, - che fate voi qui?! – esclamò con voce burbera, e i bambini scapparono
- il mio giardino è solo mio! - disse il gigante
- lo sappiano tutti: nessuno all'infuori di me, può giocare qui dentro!-
Costruì un alto muro tutto intorno e vi affisse un avviso: GLI INTRUSI SARANNO PUNITI.
Era un gigante molto egoista..."
Questo è un frammento di Oscar Wilde, la nostra storia invece...

BOBO E I DISOCCUPATI BRINDISINI SONO RITORNATI LIBERI!

http://www.pugliantagonista.it/openarea/arresto_bobo_aprile.htm
BRINDISI 20 OTTOBRE 2011
BOBO E I DISOCCUPATI BRINDISINI SONO RITORNATI LIBERI!
Giunta finalmente la notizia che aspettavamo da giorni: il giudice a cui è stata passata l'inchiesta sui disoccupati brindisini dopo l'interrogatorio ha rimesso in libertà tutti gli arrestati , BOBO Aprile dei COBAS compreso. Le lotta per il lavoro non si può mettere in gabbia ! I movimenti non si arrestano!Un altra Brindisi, libera dai ricatti clientelari e dal predominio dei signori dell'Energia Padrona e del malaffare è possibile!
la redazione di Pugliantagonista.it

mercoledì 19 ottobre 2011

Non saranno né 300 parlamentari, né 300 incappucciati a fermare l'indignazione

Non saranno né 300 parlamentari, né 300 incappucciati a fermare l'indignazione




A Roma, come in altre centinaia di città nel mondo, cinquecentomila uomini e donne hanno manifestato contro i piani della BCE, del FMI e della WTO con i quali si vogliono imporre i costi della crisi alle famiglie, ai lavoratori e alle lavoratrici, ai giovani e alle donne. Una moltitudine che ha detto no alla perdita dei diritti, per riconquistare spazio politico e sociale necessario alla modifica del presente. Tante persone che hanno voluto affermare l'insopprimibile bisogno di libertà e giustizia sociale che sta caratterizzando questa fase di indignazione collettiva.


Una manifestazione imponente nata dalla necessità di costruire una alternativa reale fuori dalle illusioni parlamentari e che nei fatti trova un grosso ostacolo negli atti distruttivi di un centinaio di incappucciati. Avvallando il prevedibile comportamento delle forze di stato che, rispondendo al solito teorema italico provocazione-reazione-repressione per eventi ad alta critica sociale con cariche e pestaggi, hanno reso impraticabile la piazza di arrivo della manifestazione, producendo il risultato - non scontato - di spaccare il corteo: una parte, con la FIOM in testa, verso Piazza Vittorio, dove dopo un breve comizio di Landini si scioglie e un altro pezzo al Circo Massimo. Mentre in Piazza S. Giovanni restano intrappolate qualche migliaio di persone dove lo scontro divampa in seguito alle cariche della polizia e alle manovre da guerra con le camionette blindate.


Noi non siamo abituati a dividere il movimento tra buoni e cattivi, ma sappiamo che ieri è stato offerto su un piatto d'argento l'occasione d'oro di costruire sulle poche macerie degli scontri e degli atti degli incappucciati un montaggio mediatico che ha di fatto messo in ombra la partecipazione straordinaria alla manifestazione con l'obiettivo di svuotare di significato una manifestazione importante, nata dal lavoro politico e sociale di migliaia di persone che tutti i giorni costruiscono momenti di lotta e di discussione, che formano reti ed assemblee per aumentare la presa di coscienza di lavoratori, di precari e di giovani da troppo tempo succubi dell'ideologia del dominio e strozzati dallo smantellamento dei diritti del lavoro.


Allo stesso tempo riteniamo però che la risposta sproporzionatamente misurata e voluta delle forze dell'ordine abbia provocato, successivamente agli isolati episodi degli incappucciati, l'esplosione della rabbia sociale di migliaia di giovani. Una rabbia ed una tensione sociale che scalza e disorienta tutte le rappresentanze politiche, una rabbia reale che attraversa la nostra società, alimentata dal feroce sfruttamento dei contratti precari e dalla disoccupazione crescente, dall'esclusione sociale e dall'arroganza politica del potere. Una rabbia che esplode a flussi alternati ed inopportuni ma che è reale. Fare finta che non ci sia o addossargli solo il riducente appellativo di "black bloc" non farà mai crescere e maturare politicamente nessun movimento antagonista.


Ma ogni pratica autoreferenziale che intende sostituirsi alla classe e al protagonismo delle masse non ci interessa. Così come respingiamo ogni sorta di avanguardismo condito con il mito della violenza e dell'infallibilità dell'individuo per la cecità politica, la miseria culturale e profondamente maschilista che esprime, prodotto inconsapevole del potere e dell'atomizzazione sociale ed impossibilitato ad essere parte del movimento rivoluzionario.


Le lotte di ogni giorno, e le rivoluzioni, non si nutrono né della mistica della violenza né dell'estetica dello scontro, ma della costruzione condivisa e di massa, in cui ciascuno ha il diritto di partecipare in maniera trasparente e consapevole, senza arrogarsi il diritto di imporre agli altri soggetti le proprie modalità di lotta. Invece è proprio nella costruzione di modalità di condivisone e di elaborazione collettiva che questo movimento, che già da oggi ha cominciato a riannodare i fili nelle assemblee cittadine a Roma e nei territori di appartenenza, ha i suoi punti di forza.


Federazione dei Comunisti Anarchici


16 ottobre 2011

giovedì 13 ottobre 2011

15 Ottobre dai territori in solidarietà con i compagni scesi a Roma



Numerose le iniziative nei nostri territori nella giornata internazionale di mobilitazione indetta dagli indignados spagnoli.







A Conegliano (TV) sabato a partire dalle 15e30 davanti alla scalinata degli alpini presidio a sostegno della manifestazione internazionale degli indignati e delle nostre compane/i che sono scesi a roma.

vista l'importanza non mancate e fate girare la notizia baci



A Pordenone gli "indignados/incazados pordenonesi" daranno vita a varie iniziative a partire dalle ore 16.00 in p.Cavour sia contro le banche che contro le ventilate restrizioni ai cortei minacciate dalle istituzioni.
qui il manifesto:
http://www.info-action.net/index.php?option=com_jevents&task=icalrepeat.detail&evid=343&Itemid=1&year=2011&month=10&day=15&uid=b5e816ff40017920e248192ae24abfbe

A Udine il Movimento Studentesco promuove un corteo in mattinata anche per opporsi alle telecamere nelle scuole e per gli spazi sociali.
http://www.info-action.net/index.php?option=com_jevents&task=icalrepeat.detail&evid=346&Itemid=1&year=2011&month=10&day=15&uid=92c5cb8ed45b8abc74364751aa37cbe7

sabato 8 ottobre 2011

l'altra verità da barletta

"CON MATILDE, GIOVANNA, ANTONELLA, TINA E MARIA.
LE NOSTRE VITE VALGONO DI PIÙ DEI VOSTRI AFFARI E COMPLICITÀ".

Una delegazione di lavoratrici, disoccupate del Movimento Femminista
Proletario Rivoluzionario da Taranto è andata ieri a Barletta, perchè, come
abbiamo detto ai vari giornalisti e tv, la morte delle 4 operaie e della
ragazzina Maria non è un "disastro", ma un assassinio che mette tragicamente
in luce una condizione delle donne operaie che per lavorare devono rischiare
anche di morire; è un assassinio che grida ribellione, giustizia, necessità
di unità e lotta non solo a Barletta ma per tutte le donne. Per questo era
giusto esserci a Barletta (benchè oltre la nostra non vi erano altre
presenze di lavoratrici da altre città).
Quando siamo arrivate, abbiamo trovato il primo grosso contrasto: da un lato
arrivavano da varie vie nella piazza A. Moro tanti spezzoni di gente che
sembravano quasi dei cortei, soprattutto gruppi di donne, la maggior parte
giovani, tante ragazze che portavano il loro dolore, calore, rabbia;
dall'altra una piazza resa volutamente ferma, silente dall'intreccio
apparati della Chiesa - tutti presenti ai massimi livelli e che hanno
imposto durante la cerimonia funebre un clima da "sepolcri imbiancati" - e
apparati delle forze dell'ordine.
Da un lato le operaie delle altre fabbriche tessili, le operaie della
fabbrica Vinci Shoes, una delle più grandi con 100 lavoratori, venute con il
loro striscione, che volevano stringersi intorno alle loro compagne uccise e
ai loro familiari, operai di fabbriche che erano usciti prima dal lavoro per
partecipare al funerale, ma anche commercianti che avevano tutti chiuso per
lutto, e poi migliaia e migliaia di persone, sicuramente più di 10 mila solo
nella piazza, ma vi era tante gente anche nelle strade laterali, in
particolare nelle 2 strade vicinissime alla piazza dove vi è stato il
crollo; da un lato i familiari, i parenti, le amiche delle 5 donne che
esprimevano la loro disperazione, ma anche, alcuni, la loro denuncia per
quelle morti annunciate. Dall'altra arrivavano quelli in "giacca e
cravatta":
gli amministratori con il sindaco di Barletta, complici, o forse di più, per
questi omicidi e giustificatori della "normalità" del lavoro in quelle
condizioni di tutto nero; arrivavano scortati i politici e rappresentanti
delle istituzioni regionali, Vendola, e nazionali, Carfagna; e uguali a
questi sono arrivati anche i segretari sindacali Bonanni e Camusso, che
hanno detto parole scontate. E l'ipocrisia è andata in scena!
"Vendola - ci ha detto un'operaia correggendo il nostro volantino - non è
vero che ha dato 200 mila euro a famiglia. Ha dato 200mila euro in tutto! E
poi per pagare il funerale e le spese dell'albergo dove ora stanno le
famiglie sgomberate dalle palazzine". Quindi, soldi dovuti (ci mancava anche
che le famiglie dovessero pagare), non certo un contributo di solidarietà
espressione di una politica "diversa" della Regione Puglia.

Intanto, le gerarchie della Chiesa all'inizio ogni 5 minuti facevano dal
palco appelli al "silenzio", quasi preoccupati che così non potesse essere.
Ma la stessa preoccupazione aveva la polizia, ed essa si è subito
manifestata verso la nostra delegazione che aveva aperto in piazza uno
striscione che diceva: "CON MATILDE, GIOVANNA, ANTONELLA, TINA E MARIA. LE
NOSTRE VITE VALGONO DI PIÙ DEI VOSTRI AFFARI E COMPLICITÀ". Striscione
davanti a cui si fermavano tante persone, donne, e soprattutto le operaie
della Vinci Shoes, operaie di altre fabbriche tessili, delegate sindacali,
per parlare, prendere il nostro volantino/messaggio, rimanere in contatto.
Ma quella scritta, "...le nostre vite valgono di più dei vostri affari e
complicità", guastava il clima di "silenzio-rassegnazione" imposto; ad un
certo punto è arrivata la polizia che si è accanita sullo striscione, ha
provato a strapparlo e poi a sequestrarlo, cercando anche di portare in
questura una compagna di Taranto. Solo la nostra ferma determinazione e
l'isolamento del dirigente della polizia dalle donne e persone vicine lo ha
impedito. Ma per far rimanere lo striscione nella piazza abbiamo dovuto
mettere dello shock sulla frase "pericolosa", benchè, come si può vedere da
alcune foto, la frase si leggeva bene lo stesso....

Con le operaie con cui abbiamo parlato, e nelle interviste rilasciate a Tv e
stampa locale e nazionale, abbiamo insistito sul fatto che queste morti sono
frutto sia della speculazione edile dei padroni, come della complicità del
Sindaco di Barletta - e, forse, anche più che complicità. Visto quanto sta
venendo fuori circa un piano esistente che prevedeva l'abbattimento di
quelle palazzine non per fare abitazioni e locali a norma, ma per farci
abitazioni di lusso; piano che potrebbe nascondere un intreccio
affari/tangenti.

Ma queste morti sono soprattutto frutto del lavoro nero. Chi in questi
giorni sta negando questo sbaglia, o volutamente in cattiva fede, o anche in
buona fede come alcuni familiari, lavoratrici, gente di Barletta.
Le 4 donne sono morte in quanto operaie, sono morte sul lavoro e per il
lavoro. Anche la piccola Maria è morta sul luogo di lavoro. E sono morte per
le condizioni di lavoro a "nero", che vuol dire taglio dei costi del lavoro,
del salario come dei costi per la sicurezza. Se le operaie non fossero state
in quelle condizioni, non si sarebbero neanche trovate in quel sottoscala a
lavorare quasi di nascosto, in locali con le crepe nei muri, senza via
d'uscita a norma, ecc., per gli affari del padroncino ma soprattutto per i
profitti delle 'Grandi marche'. Se non sono queste morti per il lavoro, cosa
sono? Non è sicuramente un caso che sono morte solo operaie e Maria che era
andata da loro. Chi nega il rischio mortale del lavoro nero, intrecciato con
la speculazione affaristica dei padroni edili e la mancanza di controlli di
Ispettorato, Asl, ecc., il menefreghismo, o connivenza delle Istituzioni, di
fatto, come sta facendo il sindaco di Barletta, lo vuole giustificare,
normalizzare, renderlo ordinario e scontato, accettabile come unica
prospettiva soprattutto al sud, soprattutto per le donne. Ma così non deve
essere!
Con le operaie abbiamo parlato della necessità, anche di fronte alla morte
di Giovanna, Matilde, Antonella, Tina, Maria - ma c'era stata un'altra morte
pochi giorni fa in Puglia tra le braccianti - dell'unità, della lotta, di
uno "sciopero delle donne", per dire Basta!, per sentirci forti, per non
accettare questa vita!

Purtroppo, a Barletta, chi non c'era, a parte le delegate operaie, erano i
sindacati confederali locali, regionali. Ma questa non è una ragione in
meno, ma un motivo in più per non delegare la nostra lotta di lavoratrici e
di donne.

Il momento più emozionante è stato verso la fine della pomposa, lunga
celebrazione religiosa.
Un grande, fortissimo applauso di tutta la piazza ha salutato le bare che
andavano via.
Ma nello stesso tempo all'applauso si è unita la ribellione. Striscioni sono
calati dai palazzi nella piazza: da un terrazzo, lo striscione nero "E ora
vogliamo la verità!!"; da un balcone di un altro palazzo: "Muore chi fa il
suo dovere per colpa di chi non ha mai fatto il suo".
I rappresentanti istituzionali sono stati "accompagnati" alla fine dalle
grida di gente comune, dal minimo "Bella figura che avete fatto", a frasi
molto più pesanti "Bastardi", "Assassini", "Andate in galera".
La rabbia poi si è trasferita da parte di tanti cittadini sotto il Comune,
verso il sindaco che si è barricato dentro e non ha voluto neanche
incontrare una delegazione. La parola principale era "Dimettetevi", "i
Profitti non valgono la vita di 5 operaie Dimettetevi" - diceva uno
striscione.

Noi prima di tornare a Taranto siamo andate sul luogo del disastro,
vicinissimo a p.zza A. Moro, per lasciare su quelle maledette pietre il
nostro striscione, come saluto, insieme ai fiori e ai cartelli, e ad altri
striscioni.
Un padre ci ha detto: "grazie di essere venute. Avete fatto una cosa
bella!".

per Le lavoratrici, disoccupate del Movimento Femminista Proletario
Rivoluzionario - Taranto

Concetta Musio
Fiorella Masci
margherita calderazzi

tel.347-5301704

TA. 7.10.11

venerdì 7 ottobre 2011

NO CENSURA

wikipedia si auto-oscura per protesta...contro il comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni.
http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Comunicato_4_ottobre_2011

oltre wikipedia inoltro altro comunicato che per ora sta girando in rete

NESSUN TELEGIORNALE HA AVUTO IL PERMESSO DI DIFFONDERE QUESTA NOTIZIA
> PASSIAMO PAROLA CON IL WEB per il futuro Ieri il Senato ha approvato
> il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d..L. 733) tra gli altri con un
> emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC) identificato
> dall'articolo 50-bis: "Repressione di attività di apologia o
> istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet"; la prossima
> settimana Il testo approderà alla Camera come articolo nr. 60. Questo
> senatore NON fa neanche parte della maggioranza al Governo... il che
> la dice lunga sulle alleanze trasversali del disegno liberticida della
> Casta. In pratica in base a questo emendamento se un qualunque
> cittadino dovesse invitare attraverso un blog (o un profilo su fb, o
> altro sulla rete) a disobbedire o a ISTIGARE (cioè.. CRITICARE.. ? ? !)
> contro una legge che ritiene ingiusta, i providers DOVRANNO bloccarne
> il blog o il sito. Questo provvedimento può far oscurare la visibilità
> di un sito in Italia ovunque si trovi, anche se è all'ESTERO; basta
> che il Ministro dell'Interno disponga con proprio decreto
> l'interruzione dell'attività del blogger, ordinandone il blocco ai
> fornitori di connettività alla rete internet. L'attività di filtraggio
> imposta dovrebbe avvenire entro 24 ore; pena, per i provider, sanzioni
> da 50.000 a 250.000 euro. Per i blogger è invece previsto il carcere
> da 1 a 5 anni oltre ad una pena ulteriore da 6 mesi a 5 anni
> perl'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o
> all'ODIO (!) fra le classi sociali. MORALE: questa legge può ripulire
> immediatamente tutti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per
> la Casta. In pratica sarà possibile bloccare in Italia (come in Iran,
> in Birmania e in Cina) Facebook, Youtube e la rete da tutti i blog che
> al momento rappresentano in Italia l'unica informazione non
> condizionata e/o censurata. ITALIA: l'unico Paese al mondo in cui una
> media company (Mediaset) ha citato YouTube per danni chiedendo 500
> milioni euro di risarcimento. Con questa legge non sarà più
> necessario, nulla sarà più di ostacolo anche in termini PREVENTIVI.
> Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una
> commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra meno
> di 60 giorni dovrà presenterà al Parlamento un testo di legge su
> questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto
> rende esplicito il progetto del Governo di "normalizzare" con leggi di
> repressione internet e tutto il sistema di relazioni e informazioni
> che finora non riusciva a dominare. Mentre negli USA Obama ha vinto le
> elezioni grazie ad internet, l'Italia prende a modello la Cina, la
> Birmania e l'Iran. Oggi gli UNICI media che hanno fatto rimbalzare
> questa notizia sono stati la rivista specializzata "Punto Informatico"
> e il blog di Grillo. Fatela girare il più possibile per cercare di
> svegliare le coscienze addormentate degli italiani perché dove non c'è
> libera informazione e diritto di critica la "democrazia" è un concetto
> VUOTO. Documentazione diffusa da Coordinamento degli Enti Locali per
> la Pace e i Diritti Umani BUONGIORNO ITALIA DELLA CENSURA E LA QUASI
> DITTATURA!

martedì 4 ottobre 2011

liberi di crescere.... educazione libertaria e democratica sul montello

Liberi di crescere ..educazione libertaria e democratica sul montello

http://scuolachenonce.wordpress.com/

Liberi di crescere? … ne parliamo a Volpago

Dopo avere preannunciato nel Messaggio nella Bottiglia che noi del gruppo “La scuola che non c’è” avremmo voluto organizzare un incontro con genitori ed altri sensibili ad un’educazione dei bambini più attenta ai loro bisogni e diritti, finalmente possiamo presentarvi il momento di incontro che proponiamo per parlare di come realizzare questo sogno: si svolgerà il 14 ottobre alle 20.30 presso l’Auditorium di Volpago (TV).
Intanto ecco il volantino dell’evento, da scaricare: volantino Liberi di crescere?

lunedì 3 ottobre 2011

appuntamenti a vittorio veneto




Venerdi 7 ottobre ore 20.45

Biblioteca Civica di Vitt. Veneto

(Piazza Giovanni Paolo I°)

GazaLa Guerra di Informazione e L’assassinio di Vittorio Arrigoni”

Filmati e testimonianze dei fatti di

ANNAMARIA SELINI (Giornalista free lance corrispondente da Gaza)

eventuali contributi saranno devoluti alla “Flottiglia” a Gaza







VENERDI 14 OTTOBRE ore 20.45

Biblioteca Civica di Vitt. Veneto

(Piazza Giovanni Paolo I°)

Miti e Banditi del Nostro Tempo

Ruolo del Tribunale Internazionale

per i Crimini di Guerra e dei Media

Filmati e relazione di ENRICO VIGNA

(Portavoce per l'Italia del Forum Belgrado per un Mondo di Eguali e del Centro Iniziativa per Giustizia e Verità)

eventuali contributi saranno devoluti a “Ambulatorio Mobile” di Emergency

ingresso libero per info 3485279452 – www.associazionesenzafrontiere.it Mostra immagine a dimensione intera



IX Congresso Nazionale della FdCA

IX Congresso Nazionale della FdCA
1-2 novembre 2014 - Cingia de' Botti (CR)