ADERISCI AD ALTERNATIVA LIBERTARIA/FdCA

ADERISCI AD ALTERNATIVA LIBERTARIA/FdCA
O SCEGLI NOI O SCEGLI LORO

campagna contro la contenzione meccanica

per giulio

per giulio

giovedì 25 febbraio 2010

sabato 27 febbraio al Tuttinpiedi di Mestre

27 febbraio
al Tuttinpiedi (in Piazzetta Canova, una laterale di Viale S. Marco) a Mestre

h. 19 Ombra Onesta Spritz a 50 cent

h.20.30 Free pasta

h.21 dj set con Checco Ignoranza

Ciao a tutti

lunedì 22 febbraio 2010

3° serata di ARTE e ANARCHIA a Pordenone

Sabato 27 febbraio 2010 alle 17.30
presso il Prefabbrikato di via Pirandello, 22 – (quartiere Villanova) Pordenone

“MERDRA”
appunti di viaggio in Bi/Cicli attorno ad Alfred Jarry, l’Arte, la ‘Pataphysica e le sue Istituzioni…

con Tania Lorandi e Stefano de Toni

Tania Lorandi è un’artista eclettica e poliedrica che nasce in Belgio e si forma all’Accademia di Belle Arti di Liegi. Nel 1985 si trasferisce in Italia. Dal 1989 indaga la ‘Patafisica; incontra Enrico Baj, Vincenzo Accame e collabora con tanti altri cultori della “Scienza delle soluzioni immaginarie”. Baj la descrive come “una delle più grandi esperte di ‘Patafisica in Italia”. Fonda il “Collage de ‘Pataphysique”, un Istituto Indipendente e Autonomo che conta più di 100 Membri e Membrane provenienti da diversi paesi. Vuole il “Collage” come un polo catalizzatore attorno al quale si sviluppino molteplici ricerche. Si interessa di vari linguaggi espressivi; organizza e allestisce mostre, oltre ad essere scultrice, pittrice e scrittrice; canta.
Stefano de Toni da piccolo pensava di fare l’artista, poi ha capito che non era il caso. Ha incontrato la ‘Patafisica e l’Imperatore Analogico Enrico Baj che lo ha eletto in pompa magna Magister Anarchicus Universalis.

Seguirà presentazione del libro
CICLISMO PATAFISCO

racconti illustrati di Alfred Jarry
della Ed. SHAKE

continua con cena sociale + DjSet al Barabbcaffè

Circolo Libertario “Emiliano Zapata”

martedì 16 febbraio 2010

UNA VOLTA PER TUTTE: AL DESIR UNA MOSTRA CONTRO IL NUCLEARE.

SABATO 27/2 DALLE 15:30 INIZIATIVA NO NUKE IN LARGO CASTALDI A FEL3 (feltre ovviamente)


Una mostra a cura dell'ASSEMBLEA CONTRO IL NUCLEARE PIEMONTE, PER IL RILANCIO DELL'OPPOSIZIONE AL NUCLEARE E AL MONDO CHE LO PRODUCE Una nuova avventura nel disastro del nucleare è alle porte, e l'illusione che tale minaccia fosse stata scongiurata dalle lotte antinucleari degli anni '70/'80 si è infranta di fronte a brame di profitto e di iperproduzione energetica spacciate come necessità e interesse strategico per il rilancio dell'economia del Paese. In realtà, anche nell'Italia "denuclearizzata" degli ultimi vent'anni, i tentacoli della nocività atomica non hanno mai smesso di estendersi sulle nostre vite e sui territori in cui viviamo: depositi di scorie e di armi atomiche, centri di ricerca e reattori sperimentali, energia nucleare importata dall'estero. Sono stati decenni in cui la radioattività ha progressivamente esteso la sua contaminazione attraverso terre, acque, venti e ci siamo abituati ai tumori quasi come fossero un naturale frutto del nostro invecchiare. L'assurdità, la pericolosità, l'incremento di nocività che vecchi e nuovi programmi atomici comportano per il vivente sul pianeta sono sotto gli occhi di tutti, e ci danno tutte le ragioni per non dover aspettare la costruzione delle nuove centrali (i cui siti verranno resi pubblici, guarda caso, dopo le prossime elezioni) per rilanciare l'opposizione al nucleare. Prima che sia troppo tardi, mobilitiamoci in prima persona, tenendoci alla larga dalle manovre di istituzioni, partiti e lobbies economiche: non permettiamo che la mafia dell'atomo rinnovi i suoi progetti di devastazione irreversibile del pianeta.

Verona: Aperto il processo contro l'occupazione della Chimica

Il 4 febbraio si è aperto il processo contro quattro abitanti del csoa lachimica, presi nel mucchio per criminalizzare la liberazione di uno spazio abbandonato.
Noi continuiamo imperterriti a ribadirlo:

Le idee non si processano

Fino il 26 ottobre del 2004 le exscuole Perini erano uno stabile vuoto, abbandonato da anni, lasciato al degrado, vetri rotti, muri danneggiati, immondizia sparsa ovunque. All’esterno un vecchio cancello a circondare un giardino bellissimo, inaccessibile al quartiere. Una grande centrale elettrica alle spalle, una piazza di fronte. Un territorio di periferia come tanti, ricco di risorse invisibili e di potenzialità inespresse.

Noi siamo le donne e gli uomini che il pomeriggio del 26 ottobre questo spazio hanno aperto e quindi liberato, pulito colorato riempito vissuto.
È diventato in poco tempo uno dei luoghi più vivi del quartiere, l’ombelico anomalo di quel territorio, una cerniera tra la città (il macro), le sue contraddizioni, i suoi conflitti e il micro, la tranquillità appartata, genuina di quell’angolo di Verona.
Un luogo che passo dopo passo, in tre anni, ha provato ad ascoltare e a parlare con il territorio in cui andava a collocarsi, a rispettarlo a pretendere lo stesso.
Un rapporto complesso fatto di alcuni contrasti ma soprattutto di molte moltissime occasioni d’incontro.
Le iniziative, tante e diverse, non possiamo qui sintetizzare.
Un luogo vissuto dai tanti che già avevano alle spalle esperienze simili ma anche da molte ragazze e ragazzi che ad esso si avvicinavano per la sua originalità, per l' empatia immediata, la complicità, la prossimità con i personali vissuti quotidiani.

Uno spazio aperto perché poggiava le proprie fondamenta sull’autogestione, una forma di vita, politica e sociale, che si basa sul protagonismo dal basso, sulla responsabilizzazione condivisa, sull’assenza di eleghe sulle scelte prese e partecipate da tutti nelle assemblee di gestione.

A questo non volevamo allora e non vogliamo adesso rinunciare.
Se l’autogestione era/è un obiettivo, l’occupazione era ed è (lo abbiamo ribadito centinaia di volte) un mezzo, prezioso, talvolta irrinunciabile, ma non un fine a se stesso.
Per questo, abbiamo capito da subito che la ricchezza della Chimica in quel luogo coincideva con la sua fragilità. Per farla vivere e crescere, per permetterle di fare e diventare progetto era necessario uscire dallo stato di precarietà alla quale lo stato di “illegalità formale”, non sostanziale (perché è nella sostanza illegale abbandonare al degrado uno spazio simile), ci condannava. Abbiamo da subito attivato contatti con le istituzioni di prossimità, la circoscrizione, e cittadine, l’amministrazione comunale.
Abbiamo avviato una vertenza non autoreferenziale, perché non trattava di noi e delle nostre esigenze, trattava dei bisogni e dei desideri di una parte della città, della sua popolazione, di un’idea “sul cosa e il come” in tema di beni comuni, di spazi pubblici, dal loro utilizzo alla loro fruibilità.
Una proposizione non facile da accettare "anche" per una amministrazione di centro sinistra, che peraltro non gradiva l’atteggiamento critico espresso nelle e dalle lotte che in quello spazio nascevano, che da quella soggettività venivano portate avanti. Scomodo.
Una forma di vita collettiva che sappia essere sociale culturale e politica al contempo crea immediatamente un immaginario, è una passione positiva che costruisce ben oltre la stessa comunità che l’ha avviata.

U na spina nel fianco a chi allora governava è diventato a maggior ragione un regalo su un piatto d’argento a chi stava per arrivare, al nuovo "Cangrande" della città, che di noi avrebbe fatto il corpo tangibile di uno tra i nemici, di cui la sua politica si nutre e si nutriva: sgomberare il centro sociale, cacciare i vucumprà cancellare i rom dalla città…questi i punti chiave della sua campagna elettorale.

Come andò la storia lo racconta la cronaca.

Oggi si apre un altro racconto che contiene tutto il resto. Un faldone processuale nel quale 4 di noi arbitrariamente ritenuti i “responsabili” di quell’esperienza verranno processati, per tentare di condannare tutto: l’occupazione, le lotte, gli immaginari di cui siamo responsabili.
Vorrebbero infierire, farci saldare il conto per avere osato disobbedire, per aver immaginato un’altra Verona, per non aver avuto paura, o forse solo per intimidire chi ci dovesse riprovare.
Probabilmente sono loro ad avere avuto ed avere paura. Terrorizzati dagli altri dal diverso da se stessi dal futuro.

Oggi come allora rivendichiamo il senso profondo di quell'esperienza, oggi come allora ribadiamo:
le idee non si sgomberano, i bisogni e i desideri non si processano!!!

Chiediamo alle tante individualità e realtà sociali, che hanno attraversato lo spazio, di Verona e non solo, di esserci, nelle forme che ciascuna riterrà più opportune. con la solidarietà attiva, con l'attenzione a quanto accadrà e a quanto proporremo. La memoria è un ingranaggio collettivo, ed è necessario che funzioni bene per immaginare insieme la città che verrà.

le/gli abitanti del centro sociale occupato autogestito lachimica



lunedì 8 febbraio 2010

calendario di arte e anarchia a pordenone

Sei invitato a partecipare al ciclo di incontri su Arte & anarchia che si terranno presso la sede del circolo "E. Zapata" in via Pirandello "" presso il prefabbrikato (quartiere Villanova) Pordenone

sabato 13 febbraio
"presentazione di
Aparte "materiali irregolari di cultura libertaria"
con Fabio Santin e Rino De Michele
Concerto serale con Alessio Lega

sabato 20 febbraio
incontro con
Franco Buncuga:
"L'influenza anarchica
nell'arte contemporanea"

sabato 27 febbraio
LA PATAFISICA
incontro con
Tania Lorandi e
Anarchicus Patafisicus

sabato 06 marzo
IL FUTURISMO
incontro con
Alberto Ciampi
e Fabio santin

Tutti gli appuntamenti iniziano alle ore 17.30 e proseguono con cena sociale ad offerta libera + concerti acustici o DJ-SET al BARABBAcaffè

Circolo libertario "E. Zapata"

serata benefit a padova! sabato 13 febbraio

19.30 cena benefit a cura di Food Not Bombs Padova

dalle 21.30 puntuali concerto hardcore:

isolamento
antisexy
crop circles
wrauth

@ Stalker, corso australia 61, padova

siateci!!

lunedì 1 febbraio 2010

Staneremo i fascisti da ogni buco, anche se protetti dall'amministrazione comunale di Verona

Da: http://www.autistici.org/aranea

Notiamo con disprezzo come i fascisti della peggior specie, in questo
caso Casapound Verona, cerchino disperatamente di nascondersi dietro le
istituzioni per diffondere la loro ideologia fatta di violenza e razzismo.

E’ la prassi trita e ritrita che in terra veneta conosciamo bene: darsi
un’immagine innovativa e non conforme per poi finire sotto l’ombrello
delle istituzioni per lagnarsi e ottenere favori secondo le convenienze
del momento.

Non risparmiano neanche le tragedie umanitari come il terremoto in
Abruzzo e anzi, come sciacalli, colgono ogni occasione buona per
mascherare la loro becera ideologia neofascista tendendo a
spettacolarizzare ogni loro iniziativa con il fine implicito di muovere
il carrozzone mediatico che essi stessi denigrano per ottenere, come in
questo caso, patrocini e appoggi per le loro iniziative.

Riteniamo gravissimo l’appoggio dell’amministrazione Tosi, che dimostra
ancora una volta, come lui e la sua giunta siano in realtà in stretto
contatto con l’universo reazionario della città veronese, arrivando
persino ad appoggiare iniziative di gruppi dichiaratamente fascisti.
Riteniamo scandaloso anche che uno dei relatori si firmi come membro
della “Protezione Civile”, cercando così una legittimazione e un “viso
pulito”.

I neofascisti in questione, che per chi non lo sapesse si sono nascosti
dietro l’associazione studentesca “Progetto Abruzzo”, ottenendo dall’
Università di Verona un patrocinio con un cospicuo importo (pare si
parli di 900 euro).
Ciò non bastasse il suddetto gruppo ha utilizzato il logo
dell’università e ha disposto di un’aula gentilmente concessa dall’Ateneo.

L’Università, scoperto il trucchetto e messa alle strette da più parti,
ha in seguito tolto il patrocinio, prontamente offerto poi da Tosi e Co.

Martedi' 2 Febbraio, infatti, alle ore 15:00 in Sala Farinati della
Biblioteca Civica di Verona celebreranno questa farsa.

Così, ancora una volta, i servi dei padroni, utilizzando le solite
tecniche mimetiche,da una parte riescono impunemente a fare i loro
sporchi giochi, dall’altra ottengono alla luce del sole pieno appoggio
dalla giunta cittadina.

Il ducetto di turno da il contentino ai suoi scagnozzi. Manodopera a
basso costo.


Gli anarchici non dimenticano le violenze perpretate dai fascisti quindi li
staneremo ovunque si nascondano e nonostante la protezione delle
istituzioni.

Aranea-Rete Veneta di comunic-azione Anarchica

IX Congresso Nazionale della FdCA

IX Congresso Nazionale della FdCA
1-2 novembre 2014 - Cingia de' Botti (CR)