ADERISCI AD ALTERNATIVA LIBERTARIA/FdCA

ADERISCI AD ALTERNATIVA LIBERTARIA/FdCA
O SCEGLI NOI O SCEGLI LORO

campagna contro la contenzione meccanica

per giulio

per giulio

martedì 30 giugno 2009

Iran: una tragedia iniziata 30 anni fa

Con il bagno di sangue crolla in Iran il mito della repubblica islamica del popolo.

Il bagno di sangue con il quale i dirigenti della repubblica islamica stanno schiacciando la pacifica opposizione del popolo mette fine ad ogni pretesa alterità degli Stati di ispirazione islamica rispetto agli Stati cosiddetti "laici" dell'Occidente: quando le classi al potere, siano esse borghesie laiche o religiose, vengono chiamate dal popolo a rispondere in piazza del loro potere, degli abusi, dei privilegi, delle limitazioni della libertà che esse impongono alle opposizioni, allora inizia la repressione più feroce, si spara sulla gente, si lanciano le bestie dei corpi di sicurezza all'assalto per l'annientamento fisico dei manifestanti, siano essi lavoratori, donne, studenti.

Trent'anni fa non eravamo, noi anarchici, tra coloro che a sinistra salutavano la rivoluzione clericale khomeinista, purché anti-imperialista e contro lo scià. Sapevamo che stava per iniziare una tragedia immane per il popolo iraniano, da cui non si sarebbe liberato così facilmente. E' stata negli anni distrutta ogni componente organizzata laica e di sinistra, messa a tacere ogni autonomia sindacale, militarizzata la zona meridionale dei pozzi petroliferi, avviata una politica di posizionamento come potenza emergente a carattere regionale e come stato islamico guida, cogliendo favorevolmente le opportunità concesse dalle due guerre in Irak, dalla guerra in Afghanistan, dalle guerre israeliane in Libano ed in Palestina, dall'emergere della potenza economica cinese.

Una èlite clericale e autoritaria, corrotta e sfruttatrice governa un paese in cui il tasso di disoccupazione è tra il 25-35%, in cui si distribuiscono bonus da 50 a 600 euro a chi appoggiava il presidente Ahmadinejad, in cui costui ha permesso alle banche di stampare carte di credito che hanno indebitato gli iraniani, in cui sono 3-5 milioni di persone che compongono la feroce milizia basiji, in cui il petrolio non crea ricchezza per il paese né dà energia, in cui si sopravvive con i sussidi per il pane e i trasporti. Questa èlite è oggi attraversata da scontri interni che le elezioni presidenziali hanno svelato nella loro durezza. A pagare però sono le migliaia di manifestanti le cui richieste ci appaiono minime, ma sono insopportabili per il potere iraniano se portate con l'azione diretta e dal basso, senza attendere la benevola concessione dall'alto: si chiede di tollerare la libertà di espressione, di non censurare o chiudere i giornali dell'opposizione, di non applicare la pena di morte sui minori, di dare maggiori opportunità di lavoro alle donne nel pubblico impiego, di non incarcerare gli studenti radicali, di dare più tutele alle donne nelle cause di divorzio.

La leadership teocratica guidata dai mullah è favorevole all'ingresso nella OMC, alle privatizzazioni, alle politiche neoliberiste, dispone di una enorme massa di manodopera a basso costo per la penetrazione di capitali cinesi e delle joint-ventures sui corridoi di gas e petrolio che vanno verso est e verso ovest. Gli USA e l'UE lo sanno ed hanno qualche difficoltà ad indignarsi più di tanto.

La solidarietà internazionale è resa difficile dall'isolamento dell'Iran, dai distinguo e dalle esitazioni che si fanno in Occidente, dalle ambiguità del mondo arabo verso l'Iran. Eppure se ci lasciamo intrappolare dalle sottili distinzioni tra "riformisti" alla Mousavi e i "moderati" del clero, dalla saggezza dei mullah di Qom rispetto alla rozzezza di Khamenei, dalla propaganda anti-occidentale ed anti-semita di Ahmadinejad, rischiamo di non vedere quel movimento che sta sfidando il potere dello Stato e che paga con i morti il suo solo osare di chiedere più libertà, più giustizia, più futuro, più vita.

Anche in Iran c'è una borghesia capitalista e sfruttatrice al potere, anche in Iran c'è un clero oscurantista e libertidica, anche in Iran c'è uno Stato violento e repressivo, anche in Iran c'è un popolo che viene oppresso e schiacciato. E allora "intifada" contro la teocrazia di Tehran, resistenza popolare contro gli oppressori e gli assassini. La rivolta iraniana è una rivolta per una speranza di libertà e di giustizia sociale. Ha bisogno di tutta la solidarietà internazionale laica, antistatalista, antiautoritaria.

Federazione dei Comunisti Anarchici www.fdca.it

giovedì 25 giugno 2009

DISERZIONE CHIAMA AVIANO

Per questa domenica abbiamo deciso di approfittare di un nuovo viaggio in Italia (sarà a Vicenza e Verona) di Chris Capps, un disertore dell'esercito USA della guerra in Iraq impegnato da anni a sostenere attivamente la diserzione presso le Basi USAF e NATO in Europa. E' disponibile a fare megafonaggio (ovviamente in Inglese) fuori dalla BAse di Aviano invitando altri soldati a seguirlo; questa prassi ha portato ormai a decine di casi tra Germani e Italia di giovani leve che lo hanno seguito, schifati dalla macelleria militarista, è quindi importante dargli sostegno e coraggio a proseguire questo prezioso compito.
Chris è a conoscenza di un dissidente all'interno della Base e vorrebbe convincerlo a seguirlo pertanto tenteremo di stabilire un contatto al di fuori.
Invitiamo quindi tutti gli antimilitaristi e i sinceri pacifisti ad intervenire sia la mattina presso la Base e sia al confronto con lui la sera presso il prefabbrikato dove si potrà discutere di guerra, militarismo, diserzione in USA ecc.

domenica 28 giugno 2009
sarà presente ad Aviano e Pordenone
Chris Capps* (USA)
disertore/AWOL (Absent without leave)

ore 10.30

presso AREA 1 (zona dormitorio) ad Aviano
Conferenza stampa e MEGAFONAGGIO PRO DISERZIONE

ore 18.00

presso Prefabbrikato a Villanova di Pordenone
Incontro/dibattito su diserzione/guerra/antimilitarismo
dopo pizza collettiva
Comitato Unitario contro Aviano 2000
Inizativa Libertaria

*BREVE STORIA DI CHRIS
«Mi sono arruolato perche' non avevo soldi per pagarmi l'universita' e i miei familiari non potevano aiutarmi economicamente», racconta Chris Capps, disertore del New Jersey che ora ha 24 anni e vive in Germania con la moglie Meike ma spesso viene in Italia, a Vicenza, per tentare di mettere in piedi una rete di consulenza legale per i suoi ex commilitoni che vorrebbero disertare.
«Finita la scuola ho iniziato a fare dei lavoretti saltuari - racconta - come la consegna delle pizze a domicilio, ma non guadagnavo a sufficienza ne' per iscrivermi all'universita' ne' per andare via di casa, e cosi', a 20 anni, ho scelto di entrare nell'esercito, come del resto fanno molti miei coetanei per ragioni assai simili alle mie. Mi hanno spedito in Germania e, dopo qualche settimana di addestramento, la mia unita' e' stata inviata in Iraq. Sono arrivato a Bagdad, alla base di Camp Victory alla fine di novembre del 2005, proprio nel giorno del Ringraziamento».
A Bagdad il soldato Capps si rende conto in prima persona di come funzionano le cose: corruzione diffusa, affari piu' per gli interessi degli Usa che della popolazione irachena, violenze gratuite sui civili. La svolta pochi mesi dopo, quando un giorno si trova a riallacciare la linea telefonica tra Camp Victory e il carcere di Abu Ghraib. «Ho visto l'indirizzo al quale corrispondeva quel cavo: sapevo quello che avevano fatto i nostri soldati ad Abu Ghraib e in quel momento mi sono sentito anche io complice».
La decisione di lasciare l'esercito e' presa. Chris torna negli Usa in licenza e, quando gli arriva l'ordine di tornare in Germania perche' la sua unita' deve partire per l'Afghanistan, prende contatti con il Military Counseling Network (Mcn, un'organizzazione tedesca che sostiene i disertori) dove gli viene consigliato di non presentarsi cosi' da essere dichiarato Awol (Absent without official leave, cioe' assente senza permesso). «Ho preso un autobus - prosegue Capps - e sono andato fino ad Oklahoma City, dove una comunita' di Mennoniti (un gruppo protestante nonviolento, ndr) mi ha nascosto ed ospitato per qualche settimana, fino alla partenza della mia compagnia. Poi mi sono consegnato all'esercito e, dopo due giorni di detenzione, mi hanno rilasciato e poi “congedato con disonore※.
Nessuna conseguenza penale, quindi: per essere sottoposto alla Corte marziale Chris avrebbe dovuto essere trasferito e processato in Germania, dove era di stanza, una perdita di tempo e una spesa denaro che l'esercito ha evitato anche perche', negli ultimi tempi, gli Stati maggiori preferiscono disfarsi in silenzio dei disertori piuttosto processarli pubblicamente e ammettere l'aumento di diserzioni davanti all'opinione pubblica. Ha pero' perso tutti i sussidi destinati agli ex militari e gli e' stata sospesa l'assicurazione sanitaria.
Oggi Chris Capps fa parte dei €Veterani iracheni contro la guerra€ e si impegna perche' altri soldati statunitensi scelgano di disertare: «secondo me - conclude - questo e' il modo migliore per tentare di porre fine alla guerra»

martedì 23 giugno 2009

Verona videovisioni anarchiche - 24 giugno al circolo Pink , "FUOCO GRECO"

mercoledì 24 giugno ore 19.00-21.00 circolo pink verona,
-FUOCO GRECO -Grecia dicembre 2008 -un documentario insofferente

segue sempre a verona la stessa sera lo spettacolo Verona Caput Fasci di Elio Germano ed Elana Vanni, in Piazza Dante alle 21.30, si potrebbe aggiungere anche questo sul sito
http://www.circolopink.it/
ogni tanto pure a verona c'è qualcosa

campeggio antimilitarista 25/28 giugno

25-28 giugno 2009
CAMPEGGIO ANTIMILITARISTA CONTRO LA BASE DI MATTARELLO

GIOVEDI’ 25 GIUGNO DALLE ORE 15,00 ALLE ORE 17,00
IN PIAZZA DANTE A TRENTO (DAVANTI ALLA STAZIONE DEI TRENI)
PRESIDIO CONTRO LA BASE MILITARE DI MATTARELLO E PUNTO DI ACCOGLIENZA PER CHI ARRIVA PER IL CAMPEGGIO ANTIMILTARISTA

Nella zona della stazione non si può parcheggiare, per cui chi arriva in auto (uscita autostradale: Trento centro) parcheggi nei dintorni, poi al presidio gli spiegheremo come raggiungere il campeggio in auto.

Chi arriva dopo le 17,00 chiami il numero 3292134759 per sapere come raggiungere il campeggio. Dalla sera le informazioni saranno anche sul blog romperelerighe.noblogs.org

Comunicato Stampa: 4 luglio? Davvero niente da festeggiare

La guerra e le basi militari continuano a portare morti, distruzione, veleni e razzismo nel mondo. Nelle basi militari si organizzano gli attacchi ai civili.
Non abbiamo mai creduto nella via istituzionale per opporsi a questo drammatico stato di cose, ma abbiamo sempre creduto nei molti disertori e nella lotta dal basso del movimento internazionale contro la guerra e la militarizzazione.
Denunciamo pubblicamente il progetto tentato dal sindaco di Vicenza Variati di spostare a Vicenza Est la nuova base militare USA/NATO dopo aver speculato sulla questione Dal Molin solo per farsi eleggere e mai, come abbiamo più volte detto, per opporsi sinceramente al progetto. Ci chiediamo ancora oggi come una parte del movimento si sia fatto illudere dalla via istituzionale/comunale, invece di promuovere assemblee libere, scioperi e manifestazioni decisive.
Invitiamo la stampa locale a dare voce al dissenso e ad intervistare il giovane Chris Capps


Due gli appuntamenti proposti dal Comitato di Vicenza Est per rilanciare la lotta e l’inospitalità alle basi militari:

Sabato 27 giugno davanti alla base di guerra Ederle per sostenere i disertori e per ricordare che il 4 luglio non c’è niente da festeggiare. Dalle ore 15, entrata Viale della Pace con Chris Capps, ex soldato americano, disertore che ora lavora e vive in Germania.

Domenica 28 giugno davanti alla Pluto nella mattinata per dare nuova forza al movimento contro la guerra.

http://www.comitatoviest.org/ - vicenzaestcomitato@gmail.com

Telefoni: 349 2916878 – 333 3054853

Da Chris Capps:
My name is Chris Capps-Schubert, I am an Iraq Veteran, something which to a small degree I am ashamed of, however I take pride in the fact that I am a deserter of the US Army and that I resisted the Army’s plans for me, which were to make an Afghanistan veteran out of me as well. I am sending this statement to you on a bittersweet and absurd holiday ...
Il mio nome è Chris Capps, sono un ex soldato di stanza in Iraq, qualcosa di cui mi vergogno, ma sono orgoglioso comunque di essere un disertore dell’esrcito USA che ha trovato la forza di resistere ai progetti dell’esercito, che prevedevano anche la mia spedizione in Afghanistan. Vi parlerò di questa ricorrenza dolce-amara e di questa festa assurda

mercoledì 17 giugno 2009

CEN-A BENEFIT PRO COMPAGNI INGUAIATI

Mercoledi 17 presso il circolo Pink di Verona ( www.circolopink.it) dalle ore 19:00 cena sociale per raccogliere soldi a sostegno delle spese legali con cui la repressione scaligera punisce i "diversi" gli "alternativi" sopratutto quando bivaccano in allegria mentre socializzano in piazza accompagnati da pericolossisime chitarre classiche

venerdì 12 giugno 2009

TREVISO : IL FESIVAL "BASTION CONTRARIO" è STATO ANNULLATO!

Come tutti sapete il bastion contrario è stato vietato dallagiunta, utilizzando come pretesto la richiesta di una fideiussione di50.000euro.Questa è una cosa molto grave, che non riguarda solo la festa bastioncontrario, ma mina la libertà e la democrazia di questacittà. Vietare una manifestazione culturale, mucicale e politicaè una cosa veramente inacettabile.Bisogna dare una risposta determinata, per affermare il diritto adorganizzare in libertà eventi e manifestazioni, anche contro chiamministra questo territorio (lega e company).

INVITIAMO TUTTI, SABATO ALLE ORE 17.00, DAVANTI ALLA STAZIONE FS di TREVISO PER UNABICICLETTATA PER LE VIE DI TREVISO PER DIRE CHE NON ACCETTIAMO QUESTIDIVIETI, PER DIRE CHE VOGLIAMO UNA CITTA' LIBERA, ACCOGLIENTE, CHE SAPPIAVALORIZZARE I MOMENTI CULTURALI, LA SOCIALITA'.E' UNA GIORNATA PER LADEMOCRAZIA DI QUESTA CITTA', NON VOGLIAMO STARE ZITTI!! SU LA TESTA!!!

Per chi non ha la bici, va benissimo a piedi.Troveremo qualche bicicletta inpiù.


http://www.ubiklab.it/

La natura neofascista di casa durden

Vista l'indecorosa decisione del Sindaco Prade di riconfermare il patrocinio a casa durden, ci sentiamo in dovere di spiegare a tutti, quella che è la vera natura che si nasconde dietro a questa associazione. Infatti, da una nostra inchiesta svolta su internet sono emerse alcune notizie assai preoccupanti. Nei link www.dolomiaband.it/intervista.php?nome=OWM1 e www.dolomiaband.it/intervista.php?nome=SHM1 troverete due interviste dal titolo "Old White Man Music" e "Skinhead Magazine", dove alcuni musicisti di una band denominata dolomia riferiscono di aderire a casa durden. Oltre a trovare numerosi riferimenti neofascisti nel sito ci sono numerose foto di personaggi in posa con bandiere con le croci celtiche e che fanno il saluto romano. Riportiamo dal sito: "A Belluno da 5 anni è aperta Casa Durden. Si tratta di un circolo sportivo con all’interno un pub; organizziamo lì riunioni, cineforum, tornei sportivi e decidiamo le attività esterne quali volantinaggi, affissione di manifesti, concerti, banchetti o conferenze. Non facciamo parte di nessun partito politico ma supportiamo ogni iniziativa gestita da camerati. Nel sito www.myspace.com/thorium_232 troverete una foto del signor A.V., militante di Casa Durden, con alle spalle lo striscione di casa durden belluno. Nel suo sito è presente la foto del gendarme nazista Degrelle e del gerarca nazista rumeno Codreanu. Approfondendo la ricerca in internet ci siamo imbattuti nel sito www.gabrieleadinolfi.it, dove in un link relativo agli appuntamenti pubblici tenuti da adinolfi nel 2008 spicca anche il nome di casa durden, che lo ha ospitato il 5 agosto. Per chi non sapesse, Gabriele Adinolfi (riportiamo le notizie da wikipedia) nel 1980 ottiene un mandato di cattura per reati associativi nell'ambito delle indagini per la Strage di Bologna. Ma Adinolfi non sarà mai interrogato perché nel frattempo si era reso latitante. Il 23 settembre del 1980, con la messa fuorilegge di Terza Posizione, Adinolfi e quarantina di giovani neofascisti sono oggetto di un nuovo mandato di cattura per reati associativi. Infine, viene condannato per reati associativi ed ideologici sia nell’ambito di Terza Posizione che in quello dei Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), ma riuscì a fuggire all'estero. Nel marzo 2000 Adinolfi tornò in Italia regolarmente, essendo cadute in prescrizione le pene comminategli anni prima, avendo trascorso un esilio di circa venti anni. Fatta chiarezza su questi personaggi, vorremmo fare alcune considerazioni sulla vicenda in questione. E' chiaro che siamo di fronte ad un tentativo, da parte di questi neofascisti, di trovare consenso attraverso iniziative incontestabili come la mostra contro la vivisezione, ma non potevamo immaginare che la giunta potesse essere così ingenua da cadere in questo tranello. Oltrettutto, va ricordato che in città sono comparse alcune scritte contro la vivisezione accompagnate da croci celtiche e ciò avrebbe dovuto mettere in pre allarme coloro che hanno conferito il patrocinio. Inoltre, avevamo, in precedenza, già avvisato sia l'assessore Da Rin Zanco che il sindaco Prade, della vera natura di questa associazione, ma evidentemente hanno voluto far finta di niente. Per questo ci rivolgiamo direttamente alla città ribadendo come non sia più possibile far finta di niente e lasciare che in maniera subdola gruppi di questo tipo acquistino visibilità e leggittimità, in una città medaglia d'oro per la resistenza.

BL.itz

giovedì 4 giugno 2009

Per un'Europa dei popoli e dei lavoratori

Per un'Europa dei popoli e dei lavoratorieuropei e migranti

Contro l'Unione Europea,la falsa democraziaed il nuovo ordine sociale

I lavoratori e le lavoratrici d'Europa vengono chiamati/e a votare per il rinnovo di un Parlamento che completa il percorso economico, istituzionale e sociale di Lisbona 2007, che aumenta la precarietà, concentra il potere nella Commissione, distrugge ovunque il welfare.
A queste elezioni europee si giunge nel pieno di una crisi economica globale che in Europa viene affrontata dalle istituzioni europee e dai singoli Stati accentuando le strategie iniziate con il nuovo Trattato di Lisbona entrato in vigore l'1 gennaio 2009 e con il lodo per l'accordo sulla flexicurity firmato dal presidente della Commissione Europea, dalla CES-Confederazione dei Sindacati Europei e dagli imprenditori europei nel 2007.
La UE, i suoi capi di Stato e la sua Commissione hanno capito che coinvolgere i cittadini (sebbene con modalità molto limitate e controllate), comporta il rischio che essi si rendano conto che l'ordine sociale che si va costituendo non ha nulla a che fare con relazioni sociali fondate sul rispetto del diritto di ciascuno di vivere e lavorare in questo spazio chiamato Unione Europea.
Col Trattato di Lisbona, infatti, la Commissione europea ha il "potere assoluto" tramite le sue direttive per garantire "alle imprese europee competitive l'accesso ai mercati mondiali e la sicurezza operativa al loro interno". Inoltre, la Corte di Giustizia garantisce una sola libertà, quella del mercato e la difesa della libera competizione quale condizione per la precarizzazione lavorativa, sociale ed ambientale dei 27 Stati membri.
Col nuovo Trattato si prevede la deregolamentazione di tutta la produzione e dei servizi nella loro più ampia gamma e si consente la pratica applicazione della Direttiva Bolkestein, aprendo così la "porta alla completa privatizzazione della sanità, dell'istruzione, dell'acqua e delle pensioni".
Questa strategia, incurante delle devastazioni della crisi economica globale in atto, spazza via i servizi pubblici (sanità, previdenza, trasporti, istruzione, acqua, casa) sia sul piano simbolico che su quello reale ed introduce il mercato quale strumento per la concessione ("servizi di interesse generale") e per il soddisfacimento (la persona che risparmia potrà accedere alla sanità privata, alla pensione integrativa, ecc.). Questa è l'Europa in vigore dal 1 gennaio 2009, questa è l'Europa che vieta le politiche fiscali di redistribuzione del reddito, che vieta la spesa pubblica, le tutele ed i benefici sociali, ma al tempo stesso ha permesso che al suo interno nascessero i paradisi fiscali. Questa è l'Europa per cui ci si dice di andare a votare.
In questo quadro, il mercato del lavoro e le politiche relative possono essere governate solo dalle regole auree del capitalismo neoliberista: libera deregolamentazione (flessibilità) e precarizzazione totale e diffusa della forza-lavoro (con rimozione di diritti sociali e sindacali).
In un'Europa che si allarga insieme alla crisi globale, questo significa solo due cose: uso del dumping sociale e negazione del diritto di sciopero a chi chiede stesse condizioni di lavoro per le imprese de-localizzate e re-localizzate, tutto nel nome della competizione sociale e dell'economia di mercato.
Con l'accordo sulla flexicurity, la flessibilità di impresa nella gestione della forza-lavoro prevede in realtà una totale libertà nell'organizzazione del lavoro, che contemporaneamente avrebbe lo scopo solo apparente di garantire sicurezza ai lavoratori nella necessaria adattabilità richiesta dai costanti cambiamenti da un lavoro all'altro e durante i periodi di formazione continua.
E' così che nel mercato del lavoro devastato dalla crisi, si rilancia la parola d'ordine della competitività delle imprese, che a sua volta comporta non solo il dumping sociale, quindi la privatizzazione dei servizi essenziali per la popolazione, ma anche e contestualmente uno sforzo per la riduzione del costo del lavoro tramite strumenti connessi a politiche che incrementino la flessibilità, la mobilità della forza-lavoro e la capacità di adattamento.
Germania, Francia e Italia, quali paesi un tempo "forti" nel campo della sicurezza sociale e "duri" in quello del diritto del lavoro, hanno riformato il mercato del lavoro interno, equiparandosi a Spagna, Irlanda e Regno Unito, in aree quali: sussidi di disoccupazione; minore tutela in caso di licenziamento; aumento dell'età pensionabile; contratti flessibili, indebolimento degli ammortizzatori sociale, ecc.
Anche le politiche comunitarie sull'immigrazione rispondono alla logica di mercato e ad una doppia morale: da una parte c'è il bisogno di lavoro extracomunitario dato l'invecchiamento della classe lavoratrice europea (si tratta di forza-lavoro necessaria e sufficiente per garantire il tipo di lavoro precario richiesto dalla competizione); e, dall'altra, ci sono le politiche che negano il diritto alla cittadinanza, alimentano il razzismo con l'accusa di clandestinità, usano la repressione ed il controllo, alimentando relazioni disuguali, aggressive e di sfruttamento tra il Nord ed il Sud, soprattutto, nell'area mediterranea di influenza europea.
La flessibilità di lavoratori europei ed immigrati comporta dunque di fatto la disponibilità di lavoro in armonia con le esigenze della produzione. Per le imprese niente di meglio in tempi di crisi e di taglio di milioni di posti di lavoro. Il mercato del lavoro diventa dunque un mero meccanismo che comunque agisca e si muova, viene governato da regole (leggi, decreti, magistratura ad hoc, direttive, ecc) e da istituzioni, per sottrarsi a qualsiasi conflitto sociale.
E' proprio nell'inseguire questo modello sociale ed economico frammentato che la lotta sociale e sindacale si è dispersa in migliaia di pezzi perdendo la sua efficacia. Occorre invece ricomporre diritti ed interessi immediati dei lavoratori e dei cittadini in un nuova concezione ed organizzazione unitaria ed industriale di tutto il lavoro salariato.
Occorre oggi opporsi alla logica della segmentazione e della flessibilità dei modelli sociali e produttivi del capitalismo globale e battersi risolutamente per i diritti per tutti gli uomini e tutte le donne, diritti sindacali, diritti sociali e civili.
Occorre rimuovere gli ostacoli economici, politici e civili che stanno limitando la libertà e l'uguaglianza nella vita quotidiana, mettere in discussione il loro concetto di partecipazione all'organizzazione dell'ordine sociale. La partecipazione diretta, per noi, è possibile solo sulla base del mutuo appoggio e della solidarietà.
Ai loro concetti di competizione e competitività dobbiamo opporre agli antipodi il nostro concetto e la nostra pratica di solidarietà.
Ogni forza sindacale, sociale e politica coerentemente alternativa deve sostenere i diritti e gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici, in una società organizzata sulla base della solidarietà e non della competizione, sulla base del rispetto, della libertà e dell'uguaglianza e non sulla base dell'autoritarismo, dell'individualismo e dell'assenza di democrazia. E allora non vi è che una sola risposta, l'unica possibile sulla base di questi valori e di queste scelte:

MOBILITAZIONE SOCIALE PER
un'Europa dei popoli e dei lavoratori europei e migranti
per difendere il lavoro e la solidarietà,
per rilanciare la democrazia di base e dal basso,
per sviluppare la democrazia diretta nei nostri paesi,
per difendere e creare spazi collettivi di base ed autogestiti nel territorio e nei posti di lavoro, per radicare la lotta anticapitalista e
per costruire l'alternativa libertaria alla barbarie della crisi scatenata dal capitalismo e dagli Stati.

Federazione dei Comunisti Anarchici
01 giugno 2009

Elezioni europee: solo la lotta paga!

Comunicato congiunto dalle organizzazioni comuniste anarchiche europee

Dal 4 al 7 giugno gli elettori europei saranno chiamati a votare per scegliere chi li "rappresenterà" nel Parlamento Europeo. Come comunisti anarchici, noi non riteniamo che le elezioni possano portare a dei cambiamenti reali, dato che preferiamo la democrazia diretta al posto della democrazia rappresentativa. In altre parole, preferiamo che le decisioni che riguardano tutti i lavoratori siano discusse ed adottate dagli stessi lavoratori, collettivamente
Il funzionamento e gli scopi dell'Unione Europea sono del tutto opposti al modello autogestionario e quindi anche agli interessi popolari e dei lavoratori. I leader europei disprezzano a tal punto il popolo che, sebbene possano chiedere la nostra opinione, la sola risposta concessa è quella che fa sua la linea politica della UE, linea che è già stata decisa altrove. Basti pensare al rigetto popolare tramite referendum del Trattato che stabiliva la Costituzione Europea, verificatosi nei paesi della UE in cui si è votato.
Il ruolo del Parlamento Europeo è coerente col sistema che difende gli interessi della classe capitalista. I vertici della UE (la Commissione, il governatore della Banca Europa, ecc.) non sono soggetti ad alcun controllo democratico e sono pesino liberi di difendere i loro interessi contro gli interessi della classe lavoratrice. Lo si vede nella violenza delle politiche di liberalizzazione e di privatizzazione che sono state messe in atto, e nell'austarità monetaria e di bilancio (lanciata col trattato di Maastricht). Nell'attuale periodo di crisi, tali politiche provocano solo ulteriori sofferenze alla classe lavoratrice. Non c'è stato nessun minimo allentamento degli stretti vincoli del Patto di Stabilità, con cui si impongono livelli molto bassi di spesa e di deficit pubblico.E sebbene la Banca Centrale Europea si dica favorevole ad un allentamento dell'austerità monetaria, quello che poi fa è talmente limitato che potrà solo contribuire ad approfondire la crisi in Europa.
L'Unione Europa è una macchina da guerra che viene usata contro i diritti sociali e contro i lavoratori, specialmente contro i lavoratori immigrati: dumping sociale, taglio dei "costo del lavoro", "libera e distorta competizione", caccia agli immigrati, confini chiusi, cooperazione tra le polizie, e così via.
Perciò l'Unione Europa non è un'istituzione neutrale che ha bisogno di un qualche "rimodellamento" della sue politiche - essa è invece al pieno servizio istituzionale del potere capitalista per servire i padroni ed i banchieri.
L'elezione del Parlamento Europeo non cambierà questa situazione in nessun modo. Solo le lotte sociali unitarie di tutti i lavoratori europei in un ampio movimento sociale europeo possono fermare queste politiche ed incoraggiare la crescita di una forza rivoluzionaria contro il capitalismo e le sue isituzioni, per costruire un'altra società.
Una società basata su reali ideali internazionali di libertà, uguaglianza e solidarietà.

Federazione dei Comunisti Anarchici (Italy)
Alternative Libertaire (France)
Workers Solidarity Movement (Ireland)
Liberty and Solidarity (United Kingdom)

Link esterno: http://www.anarkismo.net

IX Congresso Nazionale della FdCA

IX Congresso Nazionale della FdCA
1-2 novembre 2014 - Cingia de' Botti (CR)